mercoledì 18 febbraio 2015

Un'importante novità




Avevo già cominciato a scrivere la seconda parte del post sul nuovo esame, ad ogni modo, come sovente accade ai giuristi, il legislatore ha cambiato le carte in tavola, facendo slittare di due anni l’entrata in vigore del nuovo esame da Avvocato.

Nello specifico, l'emendamento al d.l. cd. “Milleproroghe” , approvato il 4 febbraio u.s. dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, prevede che all'articolo 49 della legge n. 24/2012 la parola: "due" sia sostituita dalla parola "quattro".  I candidati potranno pertanto continuare ad utilizzare codici commentati per due anni ancora.

Oltre ciò, viene concesso agli esaminandi di portare, sempre per due anni ancora, cinque materie all’esame orale.

Come dire, anche il destino gioca in vostro favore, fossi in Voi comincerei a studiare per sfruttare il momento favorevole..

A presto

Marco

mercoledì 4 febbraio 2015

Il Nuovo esame da Avvocato parte 1. Le prove scritte


Con il 2015 entrerà in vigore un nuovo esame per diventare Avvocato. In particolare, per la parte scritta è previsto lo svolgimento delle prove  (parere di diritto civile, parere di diritto penale e atto civile/penale/amministrativo) con il solo ausilio di codici privi di citazioni e commenti giurisprudenziali, mentre per la parte orale, della quale mi occuperò nel prossimo post, viene richiesta una preparazione su materie differenti per numero e tipologia rispetto all’esame in vigore negli ultimi anni.

Dal momento che le nuove prove scritte saranno assai diverse rispetto a quelle con cui si sono cimentati gli aspiranti Avvocati sino a Dicembre scorso, ho ritenuto opportuno effettuare un’analisi dei cambiamenti in corso che tenesse conto tanto degli aspetti positivi quanto di quelli negativi. Solo una volta scandagliati i pro e i contro e delineato un quadro veritiero e scevro da personalismi potremo infatti effettuare le migliori valutazioni.

Lati Positivi 

a) Il candidato sarà costretto a riprendere in mano con maggiore attenzione tematiche (e, in alcuni casi, materie) non toccate in anni di pratica. Il vantaggio a livello di preparazione generale ed apertura mentale dell’esaminando è di certo indubbio;
b) Il “fattore caso”, da sempre una croce per tutti coloro che si sono recati nei palazzetti di tutta Italia, verrà drasticamente ridotto. Con le nuove prove, maggiormente meritocratiche, si metterà in mostra chi ha veramente studiato e verranno penalizzati gli improvvisati dell’ultimo minuto. Tutto ciò dovrebbe anche agevolare il lavoro in fase di correzione, con conseguente – auspicabile – trattamento uniforme di tutti i candidati;
c) Verrà limitata fortemente la competizione. Molti ragazzi non si presenteranno alle prove - perché non sufficientemente pronti o non abbastanza convinti delle proprie capacità - o non consegneranno. Considero perciò probabile, soprattutto nel breve periodo, un forte calo nel numero degli iscritti alla fatidica tre giorni;  
d) La “personalizzazione” dell’elaborato sarà maggiormente accentuata. L’impossibilità di redigere un copia/incolla di svariate sentenze della Corte di Cassazione obbligherà il candidato a mettere maggiormente in luce il proprio ragionamento giuridico ed il percorso effettuato per arrivare alla soluzione;
e) È possibile che le Commissioni, tenuto conto delle prove e della loro natura, siano di manica più larga rispetto a quanto lo sono state negli ultimi anni.

Lati Negativi  

a)   Il nuovo esame è più difficile, tanto a livello oggettivo (è necessario avere in mente un quadro generale di ogni istituto nonché della giurisprudenza più recente, e non è possibile fare riferimento al “salvagente” codice nell’ipotesi la preparazione sulla materia non risulti adeguata), quanto a livello soggettivo (la presenza di un codice commentato davanti al proprio banco conferisce molte volte la sicurezza necessaria ad affrontare l'ardua prova). Oltre ciò, è bene considerare che l’utilizzo delle citazioni giurisprudenziali non rappresenta semplicemente un ausilio nella redazione di atti e pareri, ma una reale trasposizione di ciò che i praticanti svolgono quotidianamente con le ricerche sulle banche dati. Si ha pertanto l’impressione che le nuove prove scritte tendano a premiare candidati con una forte base teorica e a penalizzare quelli con maggiore propensione pratica;  
b)  Viene ridotto il fattore caso. Per alcuni, specialmente quelli con una preparazione tutt’altro che meticolosa, è un elemento di forte svantaggio;
c)  Il candidato è costretto a non interrompere mai gli studi su tutte le materie sin dall’inizio della pratica, ovviamente a meno che non venga concesso un periodo di sei mesi (qualcuno dice tre, ma io non rischierei), antecedente all’esame, nel quale lasciare il proprio studio e dedicarsi unicamente alla preparazione della prova (a ben vedere, la riduzione dei mesi di pratica da 24 a 18 sembrerebbe proprio venire incontro a questa esigenza);
d)  Il nuovo esame vedrà con grande probabilità una riduzione della percentuale degli studenti (circa il 30% su base Italiana) che annualmente superano le prove scritte.

Come dire: la prova sarà più difficile rispetto a quella degli anni passati, ma non tutti i mali vengono per nuocere. Con un’adeguata preparazione e la flessibilità adatta ad affrontare le prove, infatti, potrebbe addirittura crearsi una situazione di vantaggio, specialmente se si ragiona su grandi numeri e vengono presi in considerazione i competitor. Tutto, pertanto, dipenderà dallo studio del singolo, dalle motivazioni e dalla finalità.

Che dire, siamo a Febbraio, e Dicembre è lontano. Ma riprendere in mano sin da subito i libri dell’università, male, di certo non farà.

Ci vediamo presto con alcuni cenni sulla nuova prova orale. Nel frattempo studiate, studiate, studiate…

A presto

Marco

giovedì 4 settembre 2014

La preparazione della prova orale - parte 2


Eccoci giunti ad una nuova puntata dopo il periodo estivo, per alcuni rigenerante e ritemprante, per altri caratterizzato da uno studio “matto e disperatissimo”, purtroppo necessario per il raggiungimento dell’agognato obbiettivo.

Eravamo rimasti che ci saremmo aggiornati con nuovi consigli pratici per la preparazione della prova, pertanto non perdo tempo dilungandomi nell’introduzione e vado subito al punto:

1) Utilizzate il metodo di studio che avete sempre adoperato. Come più volte indicato nei miei precedenti post, non esiste un metodo perfetto di preparazione all’esame, esiste il Vostro metodo. Troppe variabili infatti influiscono: la tecnica che va bene per un candidato su altri può essere deleteria, il tempo non è lo stesso per tutti, ed anche gli esaminatori risultano essere assai diversi fra loro. Pertanto, a meno che non vi siano ristrettezze dovute ai tempi contingentati, suggerisco di utilizzare il metodo che Vi ha garantito successo durante l’Università.
Non dubito che in questi anni sia aumentato il Vostro pragmatismo, e certamente sarete cambiati notevolmente (si spera in meglio), ma la preparazione dell’esame orale è un periodo difficile nel quale i candidati hanno il più delle volte bisogno di certezze: il metodo che Vi ha portato fortuna negli studi universitari è senza dubbio una di quelle. Un caldo consiglio: non fatevi allarmare da sparvieri e saggi secondo i quali a) fare riassunti e schemi non è possibile per ragioni di tempo b) siete troppo vecchi per ripetere come al liceo. Se questo è stato il Vostro metodo, perseverate, e i risultati saranno certamente all’altezza.

2) Scegliete con cura i manuali di Studio. Una particolare cura la dovrete dedicare alla scelta dei manuali, attività che alcuni esaminandi, in vista della prova nei mesi di Settembre e Ottobre, hanno già fatto. In questo caso, Vi suggerisco di valutare con attenzione eventuali pubblicazioni da parte dei membri della Commissione nonché, nel caso si tratti di Professori, i manuali utilizzati da loro a lezione. Tale scelta è non solo fondamentale per capire la scrittura e l’approccio dei singoli esaminatori, ma anche per comprendere possibili argomenti coperti in alcuni testi e non in altri. In fin dei conti, come sosteneva Benjamin Disraeli, “le persone di successo sono sempre quelle che hanno accesso al maggior numero di informazioni”.

3) Eliminate tutto ciò che è superfluo. Se è vero che dovrete dare il massimo, è vero anche che dovrete avere coscienza dei Vostri limiti, pena il surmenage e un rendimento non all’altezza. Abituarvi pertanto ad una più corretta e migliore gestione delle energie Vi aiuterà non solo a sopravvivere fisicamente durante il periodo di studio, ma anche ad ottenere la lucidità e la freschezza che possono influenzare positivamente una prova. A tal proposito, ritengo che il motto secondo il quale il miglior metodo per trovare nuove energie è spenderne il meno possibile faccia certamente al caso Vostro. Se pertanto organizzare una cena con gli amici, guardare un film, mettere a posto la cantina o partecipare all’ennesima serata mondana sono attività mirate allo svago in vista di uno studio più proficuo, ben vengano, se invece sono finalizzate semplicemente ad occupare la Vostra mente, è giusto che cominciate a dare alle cose la giusta priorità. Il vostro corpo Vi ringrazierà.

4) Curate la Vostra alimentazione e il Vostro fisico.  Mens sana in corpore sano, recitava un proverbio latino, e non v’è dubbio alcuno che la massima di cui sopra rivesta una grande importanza soprattutto nelle prove intellettive come questa. Ora, provare a convincervi che alimentazione, riposo e fisico influiscono per il 50% della prova forse risulterà difficile, così come potrebbe essere dura convincervi che limitando gli zuccheri e gli alimenti confezionati, facendo un’ora di attività fisica quotidiana, dormendo adeguatamente e prendendo 5/6 porzioni abbondanti di frutta e verdura ogni giorno, acquisterete una maggiore capacità di studio. Mi limiterò perciò ad un semplice avvertimento: non pensate che corpo e mente siano elementi indipendenti e distaccati fra loro. Solo quando questi collaborano in maniera armonica, infatti, è possibile ottenere i risultati migliori.

5)   Siate flessibili. Uno dei principi che preferisco della filosofia cinese è quello che identifica il concetto di forza con quello di flessibilità. Avere la capacità (e talvolta il coraggio) di modificare con il passare dei giorni alcuni aspetti della preparazione a seconda della Vostra risposta psicofisica dimostra infatti una grande intelligenza. Ciò detto, se non vi trovate bene con un manuale, cambiatelo, se avete difficoltà a studiare da soli, cominciate a organizzare gruppi di studio, se credete che gli schemi e i riassunti non facciano più bene per voi, cominciate a ripetere o a leggere cercando di memorizzare. Non avete idea di quante nozioni, se avete trovato la chiave di volta della Vostra preparazione, possano essere apprese in tempi talvolta brevissimi.

Approfitto dello spazio a disposizione per farVi l’in bocca al lupo per la prova. Stringete i denti, date il massimo credete in Voi stessi. D’altronde, se non siete Voi i primi ad avere fiducia nelle Vostre capacità, come potranno esserne convinti gli altri?

A presto

Marco


sabato 5 luglio 2014

La preparazione della prova orale - Parte 1



A seguito della recente pubblicazione dei risultati delle prove scritte in varie Corti d’Appello e delle conseguenti chiacchierate scambiate con futuri colleghi alla ricerca di preziose informazioni sulla prova orale, ho pensato che trattare questo tipo di argomento potesse essere una scelta condivisibile. La speranza, ovviamente, è quella di aiutare i futuri colleghi nella loro imminente preparazione, o quanto meno di rendere il difficile periodo che si prospetta loro meno faticoso rispetto al previsto.

In questo e nei prossimi due post, pertanto, fornirò ai fortunati quindici consigli per affrontare la prova nella maniera più proficua possibile.

Qui di seguito i primi cinque:

1)  Sviluppate un programma di lavoro sostenibile, e vedete di rispettarlo. Se Vi saprete organizzare avrete già portato a termine metà della prova, e non sto scherzando. Le ragioni di ciò hanno carattere sia oggettivo (possedendo una preparazione uniforme ed omogenea limiterete al massimo la possibilità di cadere su domande inaspettate) che motivazionale (arriverete in Corte d’Appello convinti di avere fatto tutto il possibile per ottenere l’agognata abilitazione, quindi meno agitati). Nella realizzazione del programma di lavoro tenete conto delle Vostre abitudini di studio nonché della stanchezza fisica e mentale che andrete necessariamente ad incontrare: accade infatti di frequente che, a fronte di un programma difficilmente sostenibile, la fatica si faccia sentire a metà o 2/3 del percorso: in questi casi, il rischio di non essere brillanti come vorreste è assolutamente reale.
Un ultimo appunto: considerate di concludere il Vostro programma di studio con un anticipo di almeno quindici giorni rispetto al D-Day. È statisticamente provato che non riuscirete a rispettarlo, quindi non provateci neanche.
2)  Svuotate la mente prima di cominciare. Narra un proverbio zen che se il tuo vaso è pieno di sabbia, non puoi continuare ad inserire granelli prima di svuotarlo. Questo difficile (a volte impossibile) intento, è capace di dare, ove realizzato, benefici inimmaginabili, e ciò non solo con riguardo alle attività di memorizzazione e raccolta informazioni (indispensabili, specialmente per le procedure), ma anche in relazione al ragionamento giuridico e alla capacità argomentativa, vero discrimine tra il candidato nella media e quello eccellente. Le maniere per svagare la mente sono molteplici (io stesso ne conosco diverse….), ad ogni modo, ritengo che un periodo ininterrotto di ferie possa essere una delle migliori scelte per fare vuoto mentale prima di passare a quel tipo di studio che un noto poeta Italiano avrebbe definito “matto e disperatissimo”.
3) Andate a vedere tutti gli orali della Vostra sottocommissione. Non finirò mai di sottolineare l’importanza di questo punto, che ritengo fondamentale. Soprattutto nell’ipotesi dobbiate sostenere la prova nei mesi successivi a Settembre, andare a vedere gli orali dei Vostri colleghi non è da considerarsi una facoltà, bensì un dovere morale: nei lunghi pomeriggi in Corte d’Appello imparerete infatti non solo a conoscere i Commissari e i loro supplenti, ma anche a vedere le tipologie di domande che questi ultimi prediligono (aperta/chiusa, ragionamento/memoria, teorico/pratica, codicistica/discorsiva, comparatistica/statica ecc.), l’ordine delle materie, le loro priorità. In altre parole, verrete a conoscenza di quanto è richiesto al singolo candidato. Oltre ciò, potrete rinsaldare alcune amicizie dell’Università e conoscere nuovi compagni con i quali condividere un periodo oggettivamente difficile, magari organizzando gruppi di studio una o due volte a settimana. Questo elemento, a volte poco considerato, riveste un’importanza notevole: quando la fatica e la stanchezza la provano tutte le persone intorno a Te, infatti, sei meno incline alla resa e più concentrato sull’obbiettivo.
Ciò premesso, tenete in considerazione che pensare di andare all’orale unicamente per conoscere possibili domande in sede d’esame è concettualmente ed ontologicamente errato, se non altro perché è probabile che quelle domande non vengano poste ad un candidato visto a tutte le prove per svariate settimane o mesi. Agli orali, pertanto, bisogna andare unicamente per avere una preparazione il più possibile in linea con gli standard richiesti dalla Commissione, se poi arriva una domanda già effettuata in precedenza, tanto meglio. Ricordate che lo studio intelligente, specialmente in prove estremamente fisiche come queste, vale molto più dello studio intenso ma non ragionato.
4) Concedetevi del tempo per i piaceri. Paradossalmente, in un periodo duro, faticoso e ai limiti della sopportazione come la preparazione dell’orale, dovrete pensare a coccolarVi adeguatamente, che sia con una cenetta di pesce al ristorante piuttosto che con un weekend al mare o una serata di svago. State chiedendo tanto al Vostro fisico, alla Vostra mente e al Vostro spirito, non potete pensare di non dare a Voi stessi nulla in cambio.
La frase che preferisco ripetere in questi frangenti è “trattateVi come se foste una donna incinta”. Nonostante la mia natura mascolina, Vi assicuro che quando è stato il mio turno mi sono immedesimato assai bene nella parte…
5)  Se possibile, provate a staccare con lo Studio Legale con il quale collaborate per dedicarVi unicamente alla preparazione della prova. Lo studio del diritto, come quello di altre discipline, procede in chiave logaritmica, e potrete rendere al Vostro meglio solo quando la macchina sarà rodata e pronta a procedere senza interruzioni. Ora, ciò non toglie che tanti professionisti abbiano passato la prova studiando la notte o mentre lavoravano (io stesso non ho staccato del tutto con l’attività legale), ma fossi in Voi non rischierei: la posta in gioco è troppo alta per permettersi di giocare con il fuoco…

Questi i primi consigli, che rappresentano le linee guida basilari per la preparazione. Nei prossimi due post fornirò qualche dritta maggiormente pratica, utile a garantire un risultato (si spera) soddisfacente ed in linea con le Vostre aspetttative.

A presto, e in bocca al lupo con lo studio…

Marco

lunedì 24 marzo 2014

I parametri di valutazione delle prove scritte



Nel corso degli anni ho avuto modo di comprendere come buona parte dei partecipanti alle prove presti scarsa attenzione ai parametri utilizzati dalle Commissioni per la valutazione degli elaborati. Per tale ragione, ho ritenuto opportuno dedicare un post unicamente a questa tematica, sperando che l’attenzione alle tabelle di riferimento possa fornirVi qualche spunto nella preparazione degli scritti.

Orbene, l’art. 46 della l. 247/2012 (Cd. “Riforma Forense”) detta al sesto comma i seguenti parametri per la valutazione delle prove scritte: 

a) chiarezza, logicità e rigore metodologico dell'esposizione;
b) dimostrazione della concreta capacità di soluzione di specifici problemi giuridici;
c) dimostrazione della conoscenza dei fondamenti teorici degli istituti giuridici trattati;
d) dimostrazione della capacità di cogliere eventuali profili di interdisciplinarietà;
e) dimostrazione della conoscenza delle tecniche di persuasione e argomentazione.

Andiamoli a vedere con attenzione:

a) chiarezza, logicità e rigore metodologico dell'esposizione

Siate lineari, definiti e pragmatici: il pensiero deve scorrere definito e le Vostre argomentazioni devono essere comprensibili anche per un ragazzino delle medie.
Consigli per realizzare un parere scorrevole? Evitate le parole inusuali, usate sempre la terminologia appropriata ed ogni volta che terminate un discorso concedeteVi un paio di minuti per riflettere sulla seguente domanda: “è possibile scrivere tutto ciò che sto scrivendo in una maniera più semplice?”. Se la risposta è no, rifate il paragrafo. Anche più volte
.
Da notare come il parametro sopra menzionato includa a sua volta due corollari di fondamentale importanza, la conoscenza grammaticale e la sintesi, più volte messi in luce anche dai TAR chiamati a giudicare a seguito della presentazione di ricorsi.

Per quanto concerne la prima posso darVi pochi consigli, se non quello di utilizzare in maniera appropriata i termini che conoscete meglio e, qualora fosse possibile (l’approccio delle Commissioni è alquanto variabile) consultare un vocabolario ed un dizionario dei sinonimi e dei contrari per tutti i casi in cui Vi sentite insicuri. Non dimenticate che può bastare un minimo errore di scrittura per determinare una bocciatura…

Discorso differente per quanto riguarda la sintesi, tema sul quale ho più volte avuto modo di discutere (e talvolta dissentire) con amici, colleghi, praticanti e docenti di corsi di preparazione. Per quanto mi riguarda, sono convinto che un parere lungo non solo non faccia scena, ma possa rivelarsi addirittura controproducente se ciò che è stato detto in sei facciate poteva essere detto in quattro. Ogni sottocommissione può avere decine, se non centinaia di temi da correggere, e l’ultima cosa che può essere vista di buon occhio è il classico parere da dodici facciate, specialmente se arriva dopo un pomeriggio difficile e intenso di lavoro. Vi suggerisco pertanto di evitare temi eterni e non indugiare in discorsi superflui solo per dimostrare che conoscete un determinato punto di diritto o uno specifica corrente giurisprudenziale: non solo dimostrerete di non avere compreso il Vostro ruolo, che è semplicemente quello di redigere un parere o un atto idoneo al superamento dell’esame, ma rischierete di incorrere in errori di diritto. A buon intenditor…

b) dimostrazione della concreta capacità di soluzione di specifici problemi giuridici

Il problem solving è una forma di intelligenza, e Voi dovrete dimostrare di essere all’altezza aspettative nell’elaborazione di un percorso logico che porti alla soluzione della traccia (o quanto meno all’enucleazione delle possibili soluzioni). Nello sviluppo del Vostro parere e del Vostro atto, tenete comunque in considerazione il fatto che arrivare alla soluzione corretta il più delle volte non basta, anche perché gran parte della valutazione verterà sulle argomentazioni effettuate, alle quali dovrete prestare necessariamente la dovuta attenzione.

Un consiglio: non impantanatevi in possibili risvolti processuali, a meno che non Vi venga espressamente chiesto e che non siate pienamente coscienti della soluzione. Non solo infatti potreste rovinare con poche righe un pregevole lavoro di analisi dell’istituto, ma è anche onestamente difficile che sappiate elaborare strategie processuali migliori o all’altezza di quelle di Commissari con almeno quindici anni di esperienza nelle aule di Tribunale.

c) dimostrazione della conoscenza dei fondamenti teorici degli istituti giuridici trattati

Qui non si scappa, dovete conoscere le norme, e le dovete conoscere bene. Studiate i concetti, ripassate quelli che hanno più probabilità di essere materia di esame e teneteVi aggiornati sulla giurisprudenza più recente. Indipendentemente dall’esame, la Vostra professione ne trarrà un enorme beneficio.

d) dimostrazione della capacità di cogliere eventuali profili di interdisciplinarietà

Ecco uno dei profili maggiormente sottovalutati. Posto che non siete tenuti ad effettuare comparazioni fra ordinamenti differenti o analisi diacroniche dei singoli istituti, un piccolo riferimento a fattispecie similari o a istituti di riferimento può essere utile, e risulta necessario se espressamente richiesto.
Sia ben chiaro che ciò non vuol dire avventurarsi in considerazioni inopportune e voli pindarici, i quali Vi porteranno il più delle volte a perdere il focus dell’atto: l’interdisciplinarietà va bene ed è ben vista, ma non dovrete mai, mai, mai uscire fuori tema.

e) relativamente all'atto giudiziario, dimostrazione della padronanza delle tecniche di persuasione

Uno degli errori più comuni, specialmente nei candidati con poca esperienza processuale, è la poca attenzione alla differenza tra parere e atto. Più volte infatti mi è capitato di sentire persone che all’interno del loro atto inserivano pronunce attinenti sì alla fattispecie, ma non necessariamente a loro favore.
Ricordate che il parere è pro veritate: dovrete pertanto offrire al Cliente una panoramica delle soluzioni possibili e quella che Voi considerate la scelta migliore; ben diverso è il caso dell’atto, nel quale dovrete difendere una parte, argomentando a favore di questa e sfruttando tutte le Vostre tecniche persuasive. Come recita un noto brocardo, bene iudicat qui bene distinguit..

Per oggi ho finito. Ci aggiorniamo a breve con un post avente ad oggetto la preparazione fisico/atletica dell’esame (sì, avete compreso bene.. E se vi state domandando il perché di un post dedicato all’argomento, forse non avete ancora idea di quanto possa influire sul risultato finale…)

A presto

Marco 

martedì 21 gennaio 2014

Vale veramente la pena frequentare un corso di preparazione all’esame scritto?



Una delle domande che mi viene rivolta più frequentemente con riguardo alle prove scritte per l’esame da Avvocato è quella concernente i corsi di preparazione. Come probabilmente saprete, ne esistono di differenti tipologie (teorici, pratici, teorico-pratici, online, con simulazioni, senza simulazioni, annuali, mensili, intensivi ecc.) e per tutte le tasche (l’ordine va dai 300 ai 3000 euro circa).
Posto che come, al solito, ritengo che non esista la soluzione giusta o sbagliata, ma solo l’appropriata, Vi invito a riflettere su eventuali pro e contro di una Vostra partecipazione.

I pro

a) Imparerete un metodo di redazione per pareri e atti, e considerato che molti dei partecipanti non hanno mai avuto modo di scrivere pareri e atti per le più svariate ragioni (pratica specifica in settori quali tributario o m&a, pratica fittizia, pratica prevalentemente stragiudiziale…) acquisire un metodo, di certo, male non fa;
b) Avrete modo di conoscere ed analizzare le più importanti pronunce giurisprudenziali degli ultimi 2/3 anni, ed è probabile che almeno una delle tracce d’esame ricalchi quella già svolta ad un corso, con Vostro indubbio vantaggio;
c) Sarete motivati a partecipare agli incontri e a trarre il meglio dalla Vostra esperienza, dal momento che avrete versato, molte volte di tasca Vostra, una discreta somma;
d) Acquisirete, specialmente nel caso dei corsi con simulazioni, una preparazione di tipo atletico/fisico al giorno dell’esame, imparando a gestire la tensione e ad utilizzare il tempo a diposizione nella maniera più proficua;
e) Otterrete un quadro tutto sommato realistico di ciò che avverrà il giorno delle prove. Ciò risulterà utilissimo, perché sarete preparati  non solo all’analisi delle singole fattispecie, ma anche al rumore circostante ed alle richieste di aiuto da parte di colleghi disperati;
f) Svilupperete, soprattutto nei corsi basati sul ragionamento di gruppo, una forma di think-thank che potrà tornarVi notevolmente a favore al momento dell’analisi delle singole fattispecie;
g) Sarete motivati a studiare e a migliorare la Vostra preparazione dopo avere scoperto che al corso sono presenti partecipanti più intelligenti, preparati e pronti di Voi;
h) Avrete un feedback (si spera) realistico sulla Vostra preparazione da parte degli esaminatori;
i) Migliorerete. Guardando le correzioni e le evoluzioni dei Vostri pareri Vi accorgerete che il Vostro pensiero acquisterà chiarezza, linearità e completezza;
l) Conoscerete nuova gente e svilupperete la Vostra rete. E se state pensando che il networking è una cosa e la preparazione all’esame è un’altra, aspettate di cimentarVi con la fatidica tre giorni, poi magari ne riparliamo…

I contro

a)      Dovrete pagare una quota di partecipazione, in alcuni casi assai elevata, e tutti sanno (forse i praticanti legali ancora di più) quanto possono influire sul bilancio mensile le somme pagate per un corso di preparazione alle prove scritte. A pensare poi che con quei soldi potreste fare un lungo periodo di vacanza alle Seychelles anziché rinchiudervi a studiare, i dubbi sono ancor più giustificabili;
b)      Alcuni Studi Legali non lasciano tempo per frequentare le lezioni e gli incontri (nel caso Vi consiglio di puntare i piedi. È in gioco il Vostro futuro…)
c)      Spenderete buona parte dei vostri weekend a lavorare in vista per l’esame, limitando le Vostre possibilità di vita sociale (well, potreste anche provare a fare i pareri del sabato mattina dopo una notte in bianco come il sottoscritto, ma poi non lamentatevi se i Vostri risultati non sono fra i più entusiasmanti..);
d)     Imparerete un metodo redazionale per pareri e atti il più delle volte differente da quello utilizzato dal Vostro dominus (personalmente lo ritengo un fattore positivo, ma ho notato che la maggior parte dei giuristi preferisce approfondire un solo metodo di scrittura anziché ampliare i propri orizzonti di conoscenza);
e)      La più triste di tutte, ma anche la più vera: un corso, ancorché effettuato con i migliori risultati, non Vi garantisce alcuna possibilità di passaggio dell’esame.

Come potete vedere, se è vero che ad una prima analisi gli aspetti positivi sono maggiori di quelli negativi, è vero anche che il prezzo e la mancata garanzia di successo sono variabili assai rilevanti; la valutazione, pertanto, è molto più difficile di quanto possa apparire. Personalmente, conscio anche del fatto che se fossi stato a casa avrei passato il tempo a suonare, mangiare panini e chiacchierare con amici, non ho avuto dubbi sulla scelta di partecipare ad un corso pratico da 21 simulazioni, ma ritengo controproducente consigliare tale soluzione a prescindere; ciò che è andato bene per il sottoscritto, che predilige situazioni di pressione, stress e delirio, potrebbe non andare bene per Voi.

Ricordate in ogni caso che, come diceva Benjamin Disraeli, gli uomini di maggior successo sono quelli che hanno avuto accesso al maggior numero di informazioni, quindi, prima di effettuare qualsivoglia scelta, confrontateVi con colleghi e amici, fate tabelle di valutazione e trovate la risposta più adatta alle Vostre possibilità. Credetemi, anche questa è una forma di intelligenza.

Buon Lavoro..

Marco

mercoledì 9 ottobre 2013

Preparazione alle prove scritte. Il foglio preliminare e la gestione del tempo nell’esame.

Cogliendo una piccola pausa nell’analisi degli aspetti preliminari della preparazione, ritengo opportuno affrontare una delle questioni più importanti, ossia la gestione temporale della traccia.

Vado dritto al punto: prima di gettarVi sui codici e a scrivere, è necessario riflettere, e tanto, sia mentalmente, sia per iscritto. In molti si catapultano sulle norme alla disperata ricerca di sentenze risolutive ed istituti di riferimento, ma ciò che fa la differenza non è avere inserito la sentenza giusta, è il Vostro ragionamento. E se avete in mente chiare le cose il Vostro ragionamento sarà migliore e il Vostro elaborato più scorrevole. È un dato di fatto.  

Per tali ragioni consiglio di utilizzare almeno un’ora (l’ideale sarebbe un paio, ma la fretta e la paura fanno perdere molte volte il lume della ragione) per ragionare sugli elementi base della traccia, magari su un foglio a parte (da non consegnare, ovviamente) nel quale indicare questi punti:

·        Parole chiave;
·    Personaggi (sembrerà banale, ma a molti è capitato di difendere Tizio per Caio o semplicemente di confondere i nomi di attori e convenuti…);
·        Cronistoria degli eventi;
·     (Facoltativo, molto giornalistico, ma estremamente efficace per l’esecuzione di un parere o di un atto chiaro, semplice e lineare) Le fatidiche sei domande: Dove, Quando, Chi, Cosa, Come, Perché;
·       Istituti alla base della disciplina, con relativi articoli del codice (nel parere e nell’atto di penale, cogliete anche l’occasione per analizzare tutti gli elementi del reato, ricordando tuttavia che una errata analisi della fattispecie può determinare un errore di diritto, con conseguente valutazione di insufficienza …);
·        Punctum dolens della traccia (ossia questione giuridica alla base);
·        Profili di comparazione fra istituti (in uno dei prossimi post parleremo dei criteri ministeriali di valutazione delle prove…);
·        Elementi da analizzare necessariamente;
·        Eventuali risvolti processuali;
·        Documenti a disposizione/documenti da allegare (nell’atto).

Con il passare delle ore potrete poi anche segnarvi sul foglio ulteriori dati, una chiara esposizione dei quali è necessaria per raggiungere la sufficienza e realizzare un compito inattaccabile:
·        Ragionamento effettuato dalla giurisprudenza;
·        (Facoltativo, e, ovviamente, solo nel parere) Contrasti giurisprudenziali;
·        Sentenza risolutiva, o sentenze che possono supportare le Vostre argomentazioni;
·        Soluzione (nel parere), Conclusioni (nell’atto).

Considerando la gestione temporale della prova, qualora utilizzaste un’ora per l’analisi di questi elementi Vi rimarrebbero comunque quattro ore per la brutta copia e due per la copiatura in bella.  Vi diranno che il tempo è poco, che le ore volano, che nessuno sa veramente quello che state provando. Io dico che se mantenete la calma e i nervi freddi, il tempo è sufficiente. E che se riuscite a mantenere la concentrazione per sette ore filate potete fare concorrenza anche ai monaci taoisti…

Buon lavoro


Marco